L’attuale farmacia San Martino, gestita dal dott. Andrea F. Raciti, ed oggi situata al numero civico 63/67 di via Martino Zanchi è senz’altro la più antica farmacia istituita nel Comune di Alzano Lombardo.
Da secoli, nella sua vecchia sede di Via Fantoni (ex contrada Aquilini) è sempre stata sede di droghieri speziali prima, e dalla seconda metà dell’Ottocento di farmacisti.
In seguito alla spaventosa pestilenza manzoniana dell’anno 1630, l’allora comune di Alzano Maggiore rimase pressoché spopolato. Negli anni successivi, con l’immigrazione di numerose famiglie provenienti da altre località bergamasche, il paese si riprese e furono ripristinate tutte quelle attività commerciali ed industriali che lo avevano contraddistinto nei secoli precedenti.
Giunsero in tal modo in paese molte famiglie di artieri ed imprenditori forestieri, tra i quali si annovera la famiglia di droghieri- speziali dei Gavarini. Costoro, nella seconda metà del Seicento, aprirono nell’allora Contrada degli Aquilini una drogheria-spezieria con laboratori in un edificio corrispondente all’attuale via A. Fantoni, 5, in cui posero anche la loro abitazione.
In quel tempo, come nei secoli precedenti, le malattie che colpivano le persone venivano curate in modo empirico, con rimedi prevalentemente ricavati dalle piante officinali (radici, cortecce, fiori, frutti, erbe, ecc.). – Francesco Valle (1786- 1869), di professione agente comunale, nella sua ponderosa ed in parte fantasiosa cronaca manoscritta intitolata “Logica, ragionata storia di Alzà con Brumà” conservata nell’archivio parrocchiale di Alzano Maggiore, ci parla di questa famiglia di droghieri- speziali di cui fu anche, oltre che compaesano, amico di un suo componente, certo Lorenzo Gavarini fu Antonio. Infatti, nello Stato d’Anime dell’anno 1790 della parrocchia alzanese è citata la famiglia Gavarini, composta da Lorenzo Gavarini fu Antonio di anni 48. Il Valle narra Lorenzo, il quale, attraverso numerosi esperimenti, pervenne ad un ritrovato medicamentoso ritenuto allora miracoloso: si trattava di un composto medicinale che aveva la prodigiosa virtù di far cessare istantaneamente il sangue che usciva da qualsiasi ferita.
Interrottosi il ramo maschile alzanese dei Gavarini verso il 1830 nella drogheria- spezieria con l’annessa abitazione subentrò un altro alzanese, certo Luigi Ronchi il quale non ebbe figli, per cui, alla sua morte la spezieria passò ai signori Marieni, famiglia originaria di Averara (un suo componente fu sindaco di Bergamo), i quali la gestirono fino alla seconda metà dell’Ottocento.
A costoro, verso il 1870, successe nell’esercizio un singolare personaggio, molto noto per la sua appartenenza al partito liberale e anticlericale, che a quei tempi governava la municipalità alzanese, cioè il dottor Giov.Battista Armellini (vedasi la bela insegna in cotto, con riprodotti in bassorilievo i simboli dell’arte farmaceutica ed il nome del proprietario “Gio. Armellini” che tuttora campeggia sulla facciata del civico 5 di via Fantoni).
Da tempo immemorabile i medicinali erano tutti di origine empirica, cioè sostanze derivate dalla pura esperienza acquisita attraverso i secoli, detti anche galenici, del nome del famoso medico Claudio Galeno, che operò in Roma dal 162 al 200 d.C.
Questi farmaci venivano confezionati direttamente nel suo laboratorio dallo speziale seguendo le indicazioni delle autentiche ricette, o affidandosi al suo estro personale, pratica oggi pressoché abbandonata. A cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, l’antica spezieria, che nel frattempo aveva assunto la moderna denominazione di farmacia, è gestita dai signori Gilberti, ai quali succede la famiglia Gualteroni che la mantiene in attività fino al 1946. L’ultimo esponente di questo casato fu il dottor Roberto Gualteroni, coadiuvato fino al 1944 dal dottor Egidio Ranzanici, originario di Solto Collina. A partire dal 1947, il dottor. Egidio Ranzanici diventa unico conduttore della farmacia, e lo rimarrà fino all’anno 1992, anno in cui il figlio Francesco gli succederà nella titolarità.
Egli ricorda che durante la sua gioventù, fino al 1985 circa, la farmacia del padre era un luogo d’incontro, dopo la chiusura serale e nella domenica di turno, di medici, professionisti ed amici che ivi si riunivano in un clima di solidale amicizia, per discutere degli avvenimenti più importanti, di cultura, di politica, non trascurando di gustare gli ‘elisir’ all’uopo preparati dal dottor Egidio. Comunque, non c’è alzanese che non ricordi l’atmosfera suggestiva che ancora negli anni scorsi si respirava entrando nella farmacia Ranzanici: gli antichi mobili-scaffali del primo Ottocento in legno pregiato colmi di variopinte confezioni farmaceutiche, sui quali spanciavano, ben allineati, grossi vasi di ceramica bianca con scritto in caratteri gotici il nome delle essenze medicamentose (droghe, veleni, estratti vegetali, ecc.), vanto dell’antica farmacopea, in essi contenuti.
In mezzo alla parete di fondo, sopra una porta, spiccava un dipinto ottocentesco raffigurante una deliziosa Madonnina.
A partire dagli anni ’60, i ruggenti anni del miracolo economico, crebbe anche in italia una fiorente industria farmaceutica, attrezzata per la ricerca, titolazione e standardizzazione di prodotti chimico-farmaceutici. All’inizio le medicine furono isolate da droghe (prodotti fitoterapici contenenti oltre a un principio fortemente attivo sostanze sinergizzanti) mediante diversi metodi di estrazione. In seguito, con la conoscenza delle struttura chimica dell’agente attivo, le specialità medicinali furono preparate solo per sintesi, e grazie alla scienza de alla tecnologia furono sintetizzate anche molecole non presenti in natura.
Ora ad un livello più alto e non empirico, forte della preparazione universitaria, il farmacista mette a frutto la sua conoscenza delle formule chimiche, facendo conoscere al paziente indicazioni, controindicazioni, meccanismi d’azione e proprietà terapeutiche del farmaco.
Il farmacista scioglie i dubbi del paziente, che così può avere una cognizione superiore del farmaco prescrittogli dal medico.
Nel 2016 la gestione della farmacia passa al Dott. Prof. Andrea F. Raciti, che decide di chiamare la Farmacia San Martino, in onore del patrono della città di Alzano.
La Farmacia si sposta inoltre dalla sede di via Fantoni alla via Martino Zanchi 63/67, in locali più ampi, moderni e consoni alla gestione del servizio farmaceutico.